Museo Diocesano Brescia

Mostra "Equilibristi"

Categoria: Istruzione, Arte e Cultura

Dal 16 settembre all’8 dicembre 2023, il Museo Diocesano di Brescia ospita la mostra Equilibristi. Il percorso espositivo si compone di 95 opere, tra le sculture di Stefano Bombardieri, le fotografie di Alessandro Montanari e i dipinti di Cinzia Bevilacqua. La rassegna è curata da Anna Lisa Ghirardi e Valentina Pedrali. La mostra riflette visivamente sulla precarietà dell’uomo, perennemente alla ricerca di una condizione di stabilità forse impossibile da raggiungere.

Come un equilibrista chiamato a gestire forze plurime e divergenti, egli procede inesorabile sul filo dell’esistenza in una continua tensione. Gli artisti in mostra evocano questa tensione affidandosi a temi differenti: dal confronto col passato all’allarme ecologico in atto, dalla cronaca personale dell’isolamento causato dal Covid-19 all’eterna dicotomia vita-morte. “In modi diversi – affermano le curatrici – gli artisti ci riportano a una riflessione sull’esistenza. La precarietà e la difficile ricerca di equilibrio, messo in bilico dai dubbi, dalle difficoltà, dalle debolezze, nonché dall’inevitabile caducità dell’esistenza, costituiscono infatti un filo conduttore”.

Gli Artisti
Stefano Bombardieri

Stefano Bombardieri (Brescia, 1968) espone il ciclo scultoreo Balancing on the past, in cui riflette sull’instabile eredità che il passato ha consegnato alle generazioni presenti. Lo fa attraverso la figura di un bambino in cerca di equilibrio, ora su due teschi di mammut, ora su un cranio umano oppure su una sfera. Quest’ultima è la forma geometrica instabile per eccellenza, e ricorda inoltre un globo. Si allaccia quindi alla tematica dell’allarme ecologico in atto, che l’artista ha già trattato in passato in opere come Pneu vanité e Animal’s Count Down. Anche in questa occasione, Bombardieri prosegue nel suo impegno sociale. Denuncia attraverso l’arte le responsabilità dell’uomo nella distruzione dell’equilibrio ambientale, e dunque come artefice delle problematiche che oggi si trova ad affrontare.

Alessandro Montanari

Intimista e universale al tempo stesso, il lavoro di Alessandro Montanari (Roma, 1981), dal titolo Il Giro del Palazzo – Covid-19 ISSUE, è stato presentato al Festival del Cinema di Roma nel 2020. È un racconto fotografico di scatti che l’autore ha realizzato nei 200 metri attorno alla sua abitazione, lo spazio di movimento concesso durante la pandemia. Una testimonianza fatta di sguardi, azioni e dettagli. Fa emergere le difficoltà che tutti siamo stati chiamati ad affrontare in un quadro d’indagine psicologica e denuncia sociale.
In mostra anche il ciclo La conserva. L’artista ha posto delle fotografie dentro barattoli di vetro, sotto gel disinfettante, evocando la sensazione di confinamento vissuta in periodo di pandemia. La fragilità del vetro rimanda inoltre ai limiti tangibili su cui si fonda l’esistenza umana e i tentativi di cristallizzarla per mezzo della memoria. Infine, il video Il Giro del Palazzo – Covid-19 ISSUE sovrappone alle fotografie di Montanari i testi scritti da Giuseppe Mascambruno e interpretati dall’attore Francesco Montanari, fratello dell’artista, che riflettono sui comportamenti sociali e politici che l’uomo può assumere.

Cinzia Bevilacqua

La pittrice Cinzia Bevilacqua (Brescia, 1963) propone quattro autoritratti e una lunga sequenza di sessanta volti che compongono il ciclo El Fayyum. Appartenere al quotidiano, che s’ispira ai dipinti lignei di ritratti funebri posizionati sui sarcofagi e ritrovati a El Fayyum, in Egitto. Il rimando all’antichità e alla morte, a ciò che rimane e a ciò che scompare, si scontra con i soggetti ritratti dall’artista: giovani studenti che vivono in Italia, simboli della vita fiorente, presenze che animano il quotidiano e sono protese al futuro.
Attraverso il ritratto, Cinzia Bevilacqua rievoca una tradizione antica ma sempre attuale, capace di restituire la fisionomia del singolo individuo ma anche di raccontarne frammenti di vita. A loro volta questi innescano riflessioni collettive sullo stato della società nei contesti di riferimento. Ne emerge un quadro che rivela un’umanità sensibile e fragile. È ben esemplificata dai fiori bianchi di carta che ai piedi dell’installazione, sul pavimento, diventano l’ultima metafora della nostra effimera esistenza.

 

Accompagnano la mostra presso il Museo Diocesano le video-interviste agli artisti realizzate dagli studenti del corso di Regia Audiovisiva-base, DAMS, Università Cattolica Brescia, con il supporto dei docenti Graziano Chiscuzzu e Marco Meazzini.

IL CONTRIBUTO DELLA FONDAZIONE

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